N.FEAMP 076/INP/20 CUP D18I20000560009

Il progetto TRACCIABILITA’ E POLIUTILIZZO DI CASSETTE BIODEGRADABILI – Misura 1.26 FEAMP FRIULI VENEZIA GIULIA intende affrontare il tema del riuso delle cassette utilizzate per portare il prodotto al consumatore dalle zone in cui è pescato. Una filiera lineare che assieme al pescato sposta il problema del polistirolo altrove rispetto alla zona di utilizzo. Piegare la filiera lineare introducendo il riuso delle cassette è quindi l’obiettivo primario per arrivare poi ad introdurre altri tipi di cassette che offrono modalità di riutilizzo migliori. Alla base di questo ragionamento ci sono diverse opzioni. La cassetta di polietilene più resistente a più cicli di riutilizzo, il biofoam più degradabile e quindi meglio gestibile nel fine vita, il legno o cellulosa da filiere tacciabili e quindi da origini controllate.

 

Quali i costi? Quali i problemi di sanificazione? Come inserire l’innovazione tra gli utilizzatori?  Modalità che BIO-RES sta testando al Mercato Ittico di Marano Lagunare assieme al partner di progetto Co.Ge.PA. Una serie di tavoli tecnici e giornate sperimentali intendono rappresentare le problematiche di una filiera circolare inserita nel ciclo produttivo del Mercato Ittico in grado di sfruttare al massimo le cassette della pesca prima del loro fine vita. 

 

 

Il presente progetto si inserisce nell’ambito delle possibili azioni mirate a dare soluzioni e/o proposte operative, alle prescrizioni della direttiva (UE) 2019/904, sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente. L’azione che BIO-RES intende sviluppare si inserisce nell’ambito delle valutazioni di buone pratiche applicate alle filiere della pesca, evidenziando il rapporto con le attività consuetudinarie legate alla produzione di rifiuti plastici e considerando il fine vita di manufatti che poi vengono ritrovati in mare, ultima fermata di un ciclo che parte dalla produzione di materiali indistruttibili e leggeri e dalla limitata capacità di aggredire un problema che oramai si manifesta con dei numeri estremamente preoccupanti. Infatti, alcune buone pratiche, come la razionalizzazione del numero di cassette utilizzate mediante il riutilizzo di materiali più resistenti e, di conseguenza, la ricerca di adeguare anche in termini di costo aggiuntivo al poli-uso, il tema della sanificazione e stoccaggio delle cassette, potrebbero eliminare quella che potrebbe essere la plastica superflua. In sostanza le cassette in polistirolo si muovono lungo una filiera lineare con una sostenibilità ambientale elevata a livello dello sbarco che poi si riduce nel momento in cui il polistirolo viene separato dal prodotto e diventa rifiuto, costituendo motivo di criticità ed intaccando la sostenibilità. Per questo motivo e nell’ottica di progetto e di miglioramento della filiera attuale, si è idealizzata una filiera circolare che aggiunge a quella lineare tre passaggi fondamentali:

  • zona/operazioni di rientro e tracciabilità delle cassette;
  • processo di sanificazione con individuazione di aree attrezzate per introdurre un processo di riutilizzo delle cassette (area di stoccaggio provvisorio di cassette non lavate e sanificate e zona di lavaggio o sanificazione eventualmente attrezzata con macchina lava-cassette)
  • seguente distribuzione delle cassette.


Questo comporterebbe l’instaurarsi di un rapporto con gli operatori del settore che non riguarderebbe solamente la ricezione del prodotto, ma anche la gestione di un sistema circolare di imballaggi vuoti e sanificati, che il mercato dovrebbe restituire via via agli operatori una volta concluse le operazioni vendita, per sopperire alle necessità della giornata di pesca successiva. La chiusura del cerchio si basa sulla tracciatura del prodotto e sul valore della cassetta quale incentivo ed innesco del circolo virtuoso. L’avvio anche solo sperimentale di una serie di processi legati al riutilizzo, consentirebbe di perfezionare la lista dei costi e quantificare la redditività di un servizio che attualmente non esiste. L’obiettivo sperimentale del servizio di fornitura è quello di dimostrare che il sistema di poliutilizzo a ciclo chiuso risulta meno oneroso, non solo in termini ecologici, ma anche economici, rispetto a quello che si basa sull’acquisto ripetuto dei materiali. L’altro obiettivo è quello di definire un prezzo abbordabile di entrata nel sistema ciclico, sistema che deve per forza di cosa essere inizialmente sviluppato tramite interventi a carattere sperimentale inseriti nelle modalità di distribuzione già esistenti.

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